IL DIAVOLETTO SBEFFEGGIANTE

Chissà quante volte sarete passati dall'incrocio fra via del Santo e via San Francesco, magari così spesso che vi sentirete pronti a dire che quelle sono strade che conoscete bene come le vostre tasche. Ah, come le conoscete voi quelle vie, nessuno! Vero? Ecco, secondo me no. Non per minare le vostre certezze, ma credo che davvero in pochi abbiano notato il dettaglio che sto per mostrarvi.

Proprio su quell'incrocio, se alzate il naso, vi accorgerete che sul capitello della colonna c'è una specie di diavoletto che vi sta facendo marameo. A dirla tutta sono addirittura due i diavoletti che si stanno prendendo gioco di voi. Come mai? Con chi ce l'hanno questi piccoli insolenti?

Tanto per cominciare, vi presento: questo che avete davanti è Palazzo Zuecca. Il nome deriva da quello'della famiglia che lo fece costruire nel Quattrocento, che a sua volta lo prese dall'isola veneziana della Giudecca di cui era originaria. La storia di come e perché questi piccoli diavoletti siano finiti a fare le linguacce alle persone dall'alto di un capitello non è chiara, ma diciamo che ci sarebbe una teoria mantenuta in vita dalla tradizione orale. In pratica, nel primo quarto del Novecento, in occasione dell' anniversario della morte di sant'Antonio, sembra che l'amministrazione comunale volesse rinforzare i trasporti pubblici in vista dell'arrivo di orde di fedeli.

Così si pensò di istituire un tram elettrico che partisse dalla stazione e arrivasse fino al Canton del Gallo, imboccasse via San Francesco e svoltasse in via del Santo per trasportare i pellegrini. Un'idea caruccia, non trovate? Peccato solo che si dimenticarono di un particolare: l'angolo retto delimitato dal Palazzo Zuecca impediva infatti al tram di svoltare facilmente. Così il Comune propose di risolvere la questione nel modo più facile: abbattere il palazzo! Il proprietario, come potrete immaginare, non gioì e, appellandosi al fatto che si trattava di un monumento storico, fece ricorso all'esproprio e lo vinse. Preso dall'entusiasmo, fece togliere il leone, stemma della famiglia, e lo rimpiazzò con il simpatico diavoletto. Che storia, eh? Adesso sapete come fare colpo al prossimo appuntamento!


   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori